mercoledì 25 aprile 2012

Posizione IDV sulle scelte urbanistiche: documento del 21/11/11.


Le scelte urbanistiche non sono mai imparziali, decidono quali interessi privilegiare.
Per questa Amministrazione devono essere gli interessi diffusi.
L'incontro con gli interessi privati avviene nel quadro di un sistema di scelte riguardanti il territorio autonomamente definite dal soggetto pubblico che rappresenta gli interessi dell'intera comunità.
Il disegno e l'assetto della città non possono essere determinati dal succedersi, giustapporsi e contraddirsi di una serie di decisioni spezzettate, dovute alla promozione di questo, di quello o di quell'altro promotore immobiliare.
L'obiettivo primario è l'affermazione dei diritti dei cittadini, in termini di requisiti di vivibilità che devono essere garantiti a tutte e a tutti: diritto all'ambiente, ad abitare, ai servizi, al lavoro, all'istruzione, al tempo libero, alla salute, alla mobilità, ecc...
Il nostro punto di partenza: il piano urbanistico non può essere un patto esclusivo con i proprietari immobiliari da cui escludere la grande massa dei cittadini, la maggior parte dei quali vuole una città funzionante e vivibile e che mai chiederà un permesso di costruire.
E' un'idea che rifiutiamo perché illiberale, antisociale, in definitiva "anti-urbana", che pretende di privatizzare scelte che riguardano beni per loro natura "collettivi". IL SUOLO E' UN BENE COMUNE.
Questo diverso approccio, unitamente a scelte urbanistiche diverse da quelle del passato, rappresenta quel segnale di discontinuità che la comunità moncalierese si attende. L'istituzione comunale ha la necessità di recuperare una credibilità, spesso venuta meno proprio nel campo delle scelte urbanistiche.
Vogliamo estendere progressivamente il ricorso agli strumenti di partecipazione, ben oltre a quanto individuato dalla legislazione vigente.
La partecipazione alla formazione delle scelte è lo strumento per la sottrazione dell'iter decisionale al terreno scivoloso dell'esclusiva contrattazione tra operatore privato e vertici dell'amministrazione (politici e/o tecnici) e per affermare il primato dell'interesse pubblico su quello privato e dell'interesse diffuso su quello particolare.
Indubbiamente la nostra impostazione è diametralmente contrapposta a quella presente nel “decreto sviluppo” del Governo Berlusconi sulle aree industriali dismesse, che qualora fosse attuato nel nostro Comune, troverebbe la nostra ferma opposizione. Il rischio evidente è quello di spostare il potere decisionale sull’assetto della città dall’ente pubblico all'operatore privato, legando il concetto di sviluppo a quello di costruzione e di cementificazione.
Le scelte urbanistiche ed un piano strategico di riqualificazione delle aree industriali dismesse, che diventa quindi prioritario, sono invece per noi l'occasione con la quale la collettività riflette e decide circa le modalità sociali con cui la comunità insediata utilizza il proprio territorio.